In questi giorni di isolamento casalingo leggevo su alcuni siti web e blog di colleghi “markettari” chi sia stato l'artefice della Digital Transformation nel nostro paese, cambiamento al quale stiamo assistendo. Ma è ovvio che la paternità di questa silenziosa Digital Revolution si chiama “stato di necessità” o se volete “sindrome da isolamento” visto che in effetti la spinta finale è stata solo generata dalla obbligata quarantena da pandemia di Covid-19. Ma facendo di necessità virtù, abbiamo scoperto che possiamo lavorare da remoto utilizzando Zoom o Google Suite o altre applicazioni video, lavorando senza spostarci da casa. Uno dei nostri servizi "Tutor di rete" lo anticipava da tempo, rivolgendo un appello a tutti coloro che avevanol a necessità o la voglia, di ampliare i propri orizzonti digitali. In ogni caso la digitalizzazione libera è una importante scoperta/conquista sulla quale dovremo fare una grande riflessione. Perché aver scoperto (con anni di ritardo) che la rete può anche essere una risorsa per lavorare meglio e non solo un’inutile applicativo per giocare a fare i giornalisti di poco successo sui Social o per vedere o ascoltare dei contenuti sulle piattaforme. Perché Internet non è solo chiacchere ed e-commerce o peggio ancora fake news. Non è solo uno sfogatoio per “webeti” (come li definisce Mentana) e aggiungo anche per violenti neurolesi. Ma è soprattutto un fondamentale ed importante strumento di lavoro e di immediata consultazione. Detto ciò, le piattaforme per i servizi di conferenza remota, di videoconferenza, riunioni online, chat ecc., dovrebbero divenire (anche dopo il ritorno alla normalità) un mezzo da utilizzare per comunicare a distanza, evitando inutili viaggi, inutili spese, inutili perdite di tempo. Altro di discorso è lo Smart Working (lavorare da casa) che avrà necessità di essere capito
meglio, sia dagli utenti che dalle Aziende. Io personalmente pur utilizzandolo e consigliandolo ai miei Clienti, non amo troppo le video chat o simili, e credo di non essere l’unico che non vede lo Smart Working come un approdo e un metodo definitivo per sostituire il lavoro tradizionale. L’essere “intelligent worker” non dipenderà solo dal buon utilizzo delle tecnologie, anche se probabilmente dovremo abituarci ad usare meglio e con più frequenza i mezzi digitali.
Le domande che mi pongo sono comunque le seguenti:
“gli Imprenditori e le Aziende adotteranno come strumento di lavoro e di comunicazione abituale e permanente lo Smart Working?”
"E l’utilizzo della rete per lavoro, transazioni, acquisti, ecc, continuerà da avere questo eccezionale trend di crescita?"
Io credo di no! Anche se utenti, manager e Imprenditori avranno capito che si può sempre imparare qualcosa di nuovo e di utile anche se non si è costretti all’immobilità, a causa di eventi eccezionali e terribili come quello che, speriamo, diventi presto solo un brutto ricordo.
Un discorso a parte meriterebbe l'abilitazione dell'insegnamento scolastico a distanza, la contrattualistica in cloud e simili, che dovrebbero avere un peso e un utilizzo maggiore nella comunità. A tale proposito credo fortemente che i nuovi strumenti dovrebbero essere adottati definitivamente dalle istituzioni e dalle scuole di tutti i livelli e gradi. Escludendo le materne che ancora hanno troppa necessità di “fisicità e di presenza” nel gestire e far crescere i nostri bambini. Ma la trasformazione digitale non è solo l'adozione di tecnologie per le riunioni a distanza. E’ invece un cambio di forma mentis che coinvolge il mondo con cui si conduce ogni settore Aziendale e Istituzionale, a partire dalle metodologie, dalle aspirazioni, dagli obiettivi, dallo sviluppo e dalla richiesta degli utenti e dei cittadin.i Se la pandemia globale è stata la miccia, la polvere da sparo che ha innescato il cambiamento, la voglia, l’impegno e la disponibilità a sperimentare qualcosa di nuovo, adesso servono anche piccoli o grandi investimenti (strutture, reti dati, connessioni internet, formazione) da parte di tutti gli attori. Una cosa è certa e cioè che manager ed imprenditori devono mettercela tutta e dimostrare lungimiranza. Perchè se aspettiamo che sia il governo o lo stato a fare la prima mossa, rimarremo come sempre delusi. Noi Consulenti siamo pronti a supportare le Imprese in qualunque circostanza, perchè il tempo di reattività che rimane a disposizione di tutti è ormai quasi giunto al termine. E pensare che non servono grandi investimenti per far risorgere o far ripartire le Aziende che oggi si trovano in difficoltà. Serve solo un po' di coraggio e la voglia di non mollare.
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